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Le città raccontate: Matera di Andrea Semplici

di Beatrice Matteoni e Giovanni Nole

Matera, da ritratto della miseria a capitale della Cultura Europea nel 2019. Matera è stata per molti anni, quasi 80, uno degli scenari che meglio ritraevano la miseria e l’abbandono dell’Italia durante gli anni ‘50 – ‘70. “Matera diventa Gerusalemme per Mel Gibson, che l’ha usata come scenografia per girare il suo film, così come fece Pier Paolo Pasolini. Matera si prestava sempre da scenografia per altri scenari e non mai per sè stessa”, così Andrea Semplici ce la racconta.

Giornalista, scrittore e fotografo fiorentino d’origini e materano d’adozione, Andrea Semplici usa questa immagine per portarci nella città che l’ha conquistato fin dal primo giorno in cui vi arrivò. Sentendo parlare Semplici di Matera si ha l’impressione che si parli di un vecchio angolo di mondo, ormai dimenticato, come delle foto ingiallite di vecchie cartoline d’un tempo, di una parte d’Italia che sembra appartenere ai racconti dei nonni nostalgici che si dilettano a descrivere gli scenari della loro giovinezza ai nipoti che li ascoltano affascinati.

Quando poi si ritorna alla consapevolezza di ciò che è Matera realmente, cioè la città italiana che fa da immagine alla cultura, alle tradizioni e all’arte d’Italia in tutta Europa, si sorride sollevati anche un po’ del fatto che questa perla grezza, che si sta trasformando nel gioiello del mercato del turismo della cultura, nonostante le sue tra grandi trasformazioni, non abbia ancora perso quel sapore autentico d’un volta che l’ha fatta diventare da città invisibile e della povertà italiana la città di riferimento per l’Europa della cultura italiana.

Andrea Semplici arriva a Matera per la prima volta nel 2007 incaricato di scrivere un articolo per raccontare, attraverso varie tappe, il Mediterraneo: “ Nonostante che, a differenza di altre città che ho raccontato,  non si affacci direttamente sul mare, Matera è il Mediterraneo”, continua raccontando di come riuscì a entrare nel cuore della città attraverso le sue amicizie di artisti materani che lo “accolsero” e lo introdussero alla vera identità della città: “Quando sono arrivato a Matera avevo un solo contatto, un musicista. Sono entrato da una porta privilegiata di questa città, quella della creatività. A Matera, a differenza che a Firenze, bastava aprire la porta di casa per vedere qualcosa da condividere: mi sono sentito assolutamente accolto dai ragazzi materani.”

Andrea ci racconta dei vari aspetti della città con la passione di un giovane studente appena arrivato nella nuova città in cui vivrà e studierà, anche se da quel famoso primo attracco a Matera, cuore del Mediterraneo, sono passati ormai 12 anni: “Una cosa che mi ha colpito molto di questa città è la sua risposta alla scomparsa del Matera Calcio, squadra che anni fa era ad un passo dalla Serie B e che è adesso fallita. Ma tutto ciò, a differenza di quanto successe con Bari e Firenze quando fallirono le loro squadre di calcio, è passato in silenzio attraverso la città. La cosa buffa è che a guardare le partite del Matera Calcio in serie C2 eravamo molti di più rispetto a quando la squadra giocava in serie B”; “Negli anni pre-vittoria della candidatura alla Capitale della Cultura, cercando casa, la trovavi facilmente e a bassi prezzi. Adesso siamo quasi sui livelli di Brera e Firenze, anche se il giochino dell’accoglienza continua. Questo gioco dell’accoglienza dello straniero in città è diventato un fenomeno che nonostante sia normale adesso si può descrivere con le seguenti affermazioni: ma questo a chi appartiene? Il controllo sociale al sud, a Matera, è totale: ci si sente spesso chiedere dai vicini ‘Ma tu a chi appartieni? Da che parte stai?’. L’appartenenza è un elemento importante per questa popolazione. Ci sono due argomenti tabù da non affrontare coi materani: l’appartenenza politica e il sesso. A riguardo del primo caso, alle scorse comunali, vi erano 200 candidati, tutti alla Cetto Laqualunque coi santini alla mano. Ma su di queste robe non si può scherzare, perché la politica è un mezzo importante per sistemare la propria famiglia. Nel secondo caso: si può scherzare su tutto…ma mai sulla sorella altrui!”. –   

In conclusione Andrea Semplici ci lascia con ultima riflessione davvero suggestiva e piena di speranza per la sua città del cuore: “Come gli abitanti della Città Ragnatela, raccontata da Italo Calvino, sanno che la ragnatela su cui vivono non reggerà all’infinito, anche i materani sanno che la febbre turistica di Matera 2019 non durerà in eterno: questa città conserverà sempre qualcosa del suo mistero. Matera è una città invisibile. Italo Calvino, in fondo, l’aveva già descritta nella sua geografia fantastica: una città-ragnatela, ‘sospesa sull’abisso’; I suoi giovani sanno di essere figli di una città in bilico sull’abisso per cui sono certo che sapranno ricostruire una nuova immagine, delle nuove strutture per Matera.”