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“La salute dei più piccoli, il futuro del Mediterraneo” – Collaborazione tra ospedali pediatrici toscani e tunisini.

Domenica 6 maggio al Teatro Metastasio si è svolto l’evento conclusivo di Mediterraneo Downtown, il primo panel che si è aperto ha riguardato i progetti e gli scambi professionali in atto tra Toscana e Tunisia a cura del Centro Salute Globale della Regione Toscana e della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer. A moderare l’incontro è stata la giornalista di TG2 Salute Laura Berti che ha avviato il dibattito con Maria Josè Caldes del Centro Salute Globale della Regione Toscana. In Tunisia la mortalità neonatale (primi 28 giorni di vita) rappresenta, in termini percentuali, la metà dei casi della mortalità sotto i cinque anni e due terzi della mortalità infantile; tre quarti dei decessi neonatali si verificano durante la prima settimana di vita. Tra i fattori che influiscono c’è sicuramente lo scarso investimento in termini di risorse e di formazione per rafforzare il settore della neonatologia, riconosciuta come specialità a sé stante solo nel 1996, in modo da ridurre il più possibile le cause di morte durante le prime quattro settimane dopo la nascita. Un po’ di numeri permettono di capire i darti relativi alla sanità In Tunisia, le stime suggeriscono che su mille bambini dodici non sopravvivono alla nascita, da questi risultati, tuttavia positivi, si parte per spiegare quale sia l’obiettivo della collaborazione, ovvero quello di migliorare la pratica clinica e incrementare la ricerca. Maria Josè racconta che la collaborazione nasce nel 2012 quando si decise di appoggiare il progetto di cooperazione sanitaria su invito del primo ministro tunisino, il quale insiste perché Maria faccia visita all’ospedale pediatrico di Tunisi. Nasce così la collaborazione per la salute dei piccoli nel Mediterraneo. L’intera esperienza coinvolge il dott. Alberto Zanobini Direttore generale dell’azienda ospedaliera-universitaria Meyer di Firenze e Mourad Hamzaoui Presidente del comitato medico dell’Ospedale Pediatrico Béchir Hamza di Tunisi. Hamzaoui parla dell’esperienza in Tunisia riguardo iniziativa che definisce “eccellente” per promuovere la salute dei bambini nei due paesi del Mediterraneo, “una delle prime azioni è stata l’inaugurazione di una piazza a Tunisi chiamata Firenze, allo stesso modo una piazza a Firenze chiamata piazza Tunisi”. Questo ha suggellato la cooperazione che è iniziata nel 2016 grazie all’intesa e alla volontà dei medici e della società civile, nello specifico di Pontes, Associazione di tunisini in Italia. Negli anni, molti sono i miglioramenti e i passi avanti in questo campo: risale al 2004 la realizzazione del primo reparto di neonatologia nell’ospedale Charles Nicolle, il più grande ospedale tunisino. Hamzaoui spiega come l’ospedale di Tunisi sia conosciuto in tutto il Nordafrica, e data la notorietà, come siano molti i medici che arrivano dai paesi limitrofi per visitarlo e lavorarci, sottolineando l’importanza degli scambi per la professione medica. L’ospedale Pediatrico Béchir Hamza, conosciuto anche come l’ospedale dei bambini di Bab Saadoun, è una struttura pubblica fondata nel 1965, conta 332 posti letto e 17 unità operative di degenza e cura, ogni anno registra più di 28mila accessi e più di 5mila interventi chirurgici; numeri elevati che lo caratterizzano come un ospedale pediatrico ad alta specialità per la Tunisia. Nell’anno della sua fondazione sono pochi i numeri, solo 8 reparti e 70 posti letto, oggi invece il numero dei reparti pediatrici è salito a 15 e conta 200 membri staff. “Con la demografia cambiata, aumenta il numero di bambini, la popolazione è molto giovane e le malattie come tetano, tifo e colera sono completamente scomparse soprattutto grazie ad un’azione di sensibilizzazione della popolazione ai vaccini”. “Tuttavia, sono insorte nuove malattie come diabeti, ipertensioni e cardiopatie, da questi nuovi bisogni nasce l’idea di creare un secondo ospedale Pediatrico. La stretta collaborazione tra le due parti è rappresentata anche dall’expertise e dall’esperienza nel campo medico degli esperti CSG e Meyer di cui hanno beneficiato il personale medico e sanitario dei centri PMI (Centri di protezione madre-bambino) del Governatorato di Kasserine in Tunisia. Il centro di salute materna e infantile è un servizio pubblico di prevenzione accessibile a tutti per promuovere e proteggere la salute di bambini, donne e famiglie. Alberto Zanobini, direttore generale dell’ospedale Meyer, motiva queste scelte: “l’investimento sulla salute pubblica é dovuto al sapere di investire sull’evoluzione di una democrazia, infatti investire sul welfare è segno di avanzamento democratico per uno Stato; esattamente quest’anno in Italia si festeggiano i quaranta anni della legge sulla sanità pubblica”. Riguardo la collaborazione Zanobini si esprime molto favorevolmente e sostiene che questa aiuti ad avere una visione globale sulla salute e sul mondo e che sia di importanza rilevante per i medici italiani e per il loro arricchimento professionale e personale. Un accordo prevede diverse attività che coinvolgono i due ospedali pediatrici per migliorare la pratica clinica, per stabilire canali privilegiati per lo scambio di personale medico e amministrativo e per promuovere la formazione e le iniziative di ricerca congiunte. Tra i progetti innovativi intrapresi di cui si è discusso, la creazione di uno STEN, un Servizio di trasporto di Emergenza neonatale esteso a tutta la nazione. Gli esperti dell’ospedale Meyer e del CSG si sono recati in Tunisia formandosi in uno scambio di saperi tra formatori ed esperti tunisini e toscani. Ciò è stato testimoniato all’incontro dalla presenza di due specializzande dell’azienda ospedaliera-universitaria Meyer, Chiara Sanfilippo e Luisa La Spina che hanno svolto un periodo di stage in loco. Le collaborazioni sono state rese possibili grazie alla Regione Toscana, la Cooperazione italiana allo sviluppo, il Centro Salute globale della Regione Toscana insieme al Ministero della Salute tunisino, la Direzione Regionale della Salute del Governatorato di Kasserine, l’ospedale Bachir-Hamza di Tunisi, l’ong COSPE e l’Associazione Pontes dei tunisini in Italia.