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Migranti imprenditori. La realtà che non emerge dai media.

Il fenomeno dell’imprenditoria a conduzione straniera in Italia non è recente, ma ancora se ne parla poco: “Sono poco più di 5 milioni gli stranieri residenti in Italia con un processo di immigrazione che risale a 50 anni fa” dice Luca di Sciullo, del Centro studi di ricerche sull’immigrazione, Idos , che i numeri delle migrazioni e l’impatto sull’economia  e la società italiana li conosce bene. “Oggi – dice – sono 590.000 imprese a conduzione straniera un decimo del totale nel Paese, spesso realtà ancora fragili, spesso unipersonali. Ma abbiamo anche esempi di realtà importanti, di successo, frutto di ingegno e creatività che hanno permesso di stabilire canali di cosviluppo con i paesi di origine”.

Tra questi l’imprenditore di origine egiziana Ghapios Garas, che ha fondato la Simpatico Network srl, un fatturato di 10 milioni di euro e 25 impiegati (di cui 10 italiani e il resto di nazionalità varie) per una impresa di rigenerazione di computer, e la giovane Hind Laram, stilista di origine marocchina con un’impresa personale che ha fondato un suo brand, il “Modest fashion”: moda dal gusto italiano che rispetta i canoni coranici.

Le loro storie, molto diverse hanno un comune denominatore la determinazione e lo spirito di sacrificio. “Bisogna lavorare sodo – dice Hind- e per noi ragazzi di origine straniera la sfida è più alta perché niente ci è regalato. Niente ci è concesso. Dobbiamo dimostrare ogni giorno di valere, di essere bravi, onesti. Più degli italiani”. Eppure Hind, italiana si sente: “Sono arrivata qui a 4 anni. L’Italia è il mio paese”. Eppure crescendo si è accorta che mal riusciva a conciliare l’esigenza di vestirsi secondo i dettami dell’islam e la moda e lo stile di vita italiani: “Ho cominciato per me e per le amiche a pensare e disegnare modelli di vestiti, belli, comodi ed eleganti adatti alle varie occasioni della giornata dal lavoro allo sport e poi ho visto che la cosa è piaciuta… e mi sono ingrandita”.

Per Ghapios Garas il percoso è stato diverso: arrivato in Italia già ventenne ha aperto dopo qualche anno la “Simpatico Network”: “ La mia impresa nasce dalla mia esperienza di vita. Fuori dal Cairo c’è una grande discarica dove manualmente si separa e ricicla. In Italia ho comprato i primi 10 laptop usati dagli Usa e li ho rivenduti. Oggi ne gestisco oltre 70 mila. Utenti finali sono privati, pubbliche amministrazioni e anche  Amazon”.

Un’immagine tutt’altro che stereotipata quella che esce dall’incontro “Economie mediterranee” , e che spesso esce dai media: “Ho scritto il mio libro “L’Italia siamo noi” per raccontare storie di immigrati di successo per frustrazione: da giornalista non riuscivo più a vedere gli immigrati rappresentati sempre come straccioni, disperati e delinquenti, profughi e senzatetto. Trovo che una grande responsabilità di questa immagine sia da dividere tra la politica “della paura” e i mass media che la riprendono e la amplificano, senza mai andare oltre.  Dal 2014 al 2015 gli sbarchi sono aumentati dello 0,8% e i servizi giornalistici  su questo fenomeno del 200%. E’ così che si crea l’invasione”.

Storni e Di Sciullo danno altri dati: i migranti sono anche imprenditori, liberi professionisti, che pagano i contributi e le tasse. “In Italia pagano 16 miliardi allo Stato – ricorda il gornalista a fronte di poco più di 13 miliardi di costi per lo stato italiano. Quindi il saldo economico della presenza degli stranieri immigrati è assolutamente positivo”. E anche la retorica dell’aiutiamoli a casa loro crolla “ I migranti inviano 5 miliardi ai loro paesi in rimesse, molti di più di quanto lo Stato italiano destina alla cooperazione internazionale”.

I dati vanno letti, saputi e voluti interpretare perchè a realtà è diversa da come la si vuole raccontare : “ Mio fratello – dice Ghapios- ha un famoso ristorante a Milano e anche Salvini è un suo cliente”.

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