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Premio Mediterraneo di Pace a Sihem Bensedrine. Assente perchè impossibilitata a uscire dal paese.

Il Premio “Mediterraneo di Pace 2019” quest’anno è andato alla giornalista tunisina  Sihem Bensedrine, presidente della Commissione Verità e Dignità – Instance Verité et Dignité.   La Commissione attivata a seguito delle rivolte del 2011 è stata ufficialmente istituita nel 2013 per investigare sugli abusi commessi da parte delle autorità statali in quasi sessant’anni di regime, quello di Bourghiba prima e quello di Ben Ali poi.

In poco più di quattro anni di lavoro, la Commissione ha condotto oltre 49.600 interviste confidenziali e tenuto 12 audizioni pubbliche trasmesse in prima serata in diretta televisiva.

Quella della giustizia di transizione è un’esperienza dolorosa, necessariamente politica e conflittuale. Le esperienze analoghe in Sudafrica, in Cile e in altri stati sudamericani ce lo insegnano.

Sihem Bensedrine è stata lei stessa vittima del regime come giornalista e attivista per i diritti umani, ma è stata al centro di numerosi attacchi e critiche, anche dall’interno della stessa Commissione, e solo la sua forte personalità e determinazione le hanno permesso di resistere a una grande pressione politica e sociale, in un clima ostile.

La commissione ha tentato di ricostruire la verità dei fatti, dando pubblicamente voce alle vittime e, in alcuni casi, ai carnefici, avviando un processo di identificazione dei colpevoli ed elaborando un programma di riparazione individuale e collettiva. Un’impresa ambiziosa che, mira a portare alla luce crimini rimasti nascosti per decenni, preservarne la memoria collettiva e introdurre garanzie affinché questi attacchi non abbiano a ripetersi.

“Mediterraneo Downtown – ha detto Anna Meli di COSPE nel leggere le motivazioni del Premio – intende riconoscere lo sforzo e l’impegno civile della Presidente della Commissione e con questo premio sottolineare l’importanza di sostenere il fragile processo di transizione democratica della Tunisia, unica primavera araba a provare ancora a tentare la via della democratizzazione. Riparare alle conseguenze delle passate violazioni dei diritti umani è un passo fondamentale al fine di ristabilire la coesione sociale e rafforzare lo stato di diritto in Tunisia”.

Sihem Bensedrine, non era purtroppo presente alla cerimonia di premiazione perchè non le è stato concesso il passaporto per uscire dal paese. La strada per la democratizzazione è ancora lunga.